Il beat e le camicie a fiori adattate alle generazioni giovani di oggi. Semplicemente, un disco di belle canzoni.
Si possono cercare mille modi per iniziare a parlare del primo disco del Triangolo, ma alla fine la strada sensata è una sola: "Nessuna pietà per quelli che odiano gli anni Sessanta". È tutto in questo brano il senso dell'esordio di questo terzetto lombardo, che prende il beat e le camicie a fiori e li adatta ai giovani di oggi. O viceversa, tanto il risultato è lo stesso. Un gioco presentato già nell'Ep dello scorso anno, ma un gioco rischioso: il rifacciamo il beat e gli anni '60 perché siamo giovini e ribelli sarebbe potuto diventare stucchevole, andando oltre due-tre brani.
Questo disco, invece, dimostra che Il Triangolo è un gruppo che ha le idee molto chiare. I tre brani già presenti nell'Ep sono confermati: funzionavano allora, funzionano oggi. "Battisti" e "Giurami" sono dei mezzi inni, che già canti al secondo ascolto. A loro e a "Le forbici" si sono aggiunti altri pezzi forti, efficaci, che hanno tirato in mezzo nuove atmosfere e idee.
"Tutte le canzoni" ha tutto quello che dovrebbe avere un esordio d'impatto. Ci sono i pezzi con il ritornello perfetto, quelli evocativi e quelli con un po' più di tiro quando serve. E c'è la dote - rarissima - di saper raccontare storie. "Canzone per un soldato" e "Johnny" hanno in comune il clima western - le nuove atmosfere di cui si diceva, ma raccontano storie diversissime. La prima è un melodramma di guerra e amore spezzato, degno dei Decemberists di "Picaresque", la seconda il film mentale di un ragazzino. Entrambe scritte nei dettagli e segno di una band in piena formazione, da cui ci si può aspettare tanto in termini di miglioramento e di ampiezza d'immaginario. Poi ci sono "Canzone per una ragazza libera", con quell'inciso incalzante e "Quando Isacco gridò contro il popolo", unico momento in cui il trio molla il freno dell'autocontrollo e si lascia andare con chitarre e urla. Infine, "Nessuna pietà...", di cui si parlava in apertura, la migliore sintesi di ritmo, melodia e visione dell'intero pacchetto.
A pensarci bene, in fondo, tutta la faccenda si può risolvere con poche parole. Semplicemente, Il Triangolo ha deciso di scrivere belle canzoni. Meno semplicemente, c'è riuscito. Detta così, sembra quasi banale, ma è la cosa meno scontata che ci possa essere.
---
La recensione Tutte le canzoni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-04-30 00:00:00
COMMENTI (7)
Dei discreti leccapalle...
@leo se mai vedessi i bimbiminchia che ballano in un'ondata di revival anni '60 sarebbe un miracolo...
Sicuramente non andro mai a vedere un concerto, ne comprero mai un disco dei Il Triangolo, ma non si può dire che non abbiano confezionato un bel disco Pop ... già li vedo i "bimbiminchia" che ballano in un ondata di revival anni 60
@pornovirtude @cesareparmiggiani
Sì scusate, errore mio. Intendevo "Nessuna pietà...", ho corretto.
Non trovo la title track
odio gli anni 60 gli anni 70 il revival la musica demenziale
la canzone italiana i " giovani "
e soprattutto coloro che si spacciano per Punk !! - 3
la title track?