Ignoravo l'esistenza di questo quartetto che prende il nome di Atarassiagröp, in attività fin dal 1993 e che solo oggi decide di raccogliere in un solo dischetto 26 canzoni non solo difficilmente reperibili, ma di fatto sconosciute ai più. E sarebbe stato un vero peccato se queste tracce non avessero trovato questa collocazione, vista e considerata la forza propulsiva che le caratterizza e che, di fatto, è elemento basico nella formula musicale di questi ragazzi.
Altra costante della ricetta è indubbiamente il punk, genere dal quale i Nostri traggono ispirazione e, contemporaneamente, si collocano. Per verificare quanto scritto finora occorre però partire 'dal fondo' del lavoro - ovvero dalla traccia 26, che altro non è che una cover live di "Io sto bene" dei CCCP - e andare a ritroso per capire l'evoluzione musicale della band. Gli episodi risalenti agli esordi, infatti, ci dicono di un ensemble che in studio preferisce l'irruenza e l'energia piuttosto che la raffinatezza e lo studio sui suoni; emblematico, in tal senso, l'ascolto dei 7 brani che precedono la cover di cui sopra e che sono estratti dai due primi 'vagiti' ufficiali intitolati "La voce dell'innocenza" (1996) e "Risvolti politico-sociali dell'alcolismo post-adolescenziale" (1997), fedeli fotografie di come che i ragazzi suonavano (e vivevano) all'epoca.
Un altro passo indietro, precisamente fino alla traccia 10, e il 'ritorno al futuro' si concretizza con l'ascolto in sequenza di altre 9 song pescate da "L'involuzione della specie" (1999), lavoro in cui rimane invariata la (s)carica adrenalinica ma in compenso la registrazione, e in generale tutto il lavoro in studio, ha i connotati dell'alta fedeltà se paragonata alle incisioni del passato. Musicalmente parlando, invece, si provvede a contaminare la ricetta con spezie reggae e aromi ska; ciò per evitare la 'cristallizzazione' di una formula che avrebbe potuto stancare l'ascoltatore perché costruita su standard ampiamente triti e ritriti.
La tappa successiva, che in realtà testimonia l'avvenuta evoluzione, si chiama "Fantasmi" (2000) e le 8 tracce qui incluse a rappresentare quell'esperienza dimostrano che gli sforzi compiuti dai Nostri in fase compositiva si concretizzano in canzoni quali "Mille chilometri" e "Immense rouge" (in odor di Negresseses Vertes), "Guten Morgen" (a riecheggiare i Los Fastidios), "El Dios de la Selva" (tra Ska-P e Mano Negra), "La ballata del Capitano Neri" (con in testa i Modena City Ramblers) e "Infinite vie" (gli Yo Yo Mundi in acido punk!).
Infine, anche se in realtà siamo giunti all'inizio del cd, ecco il brano inedito in chiave reggae scritto in onore di uno dei simboli (ahinoi) della condannna a morte intitolato emblematicamente "Jamal" con il sottotitolo di 'reggae for freedom'. Arrivati a questo punto, se avrete voglia di far ripartire il dischetto, allora avrete fatto un buon acquisto.
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La recensione 1993-2001: Sempre insieme a voi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-04-23 00:00:00
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