I “villains” sono i cattivi delle storie e i cattivi tipicamente attirano, c’è poco da fare: un po’ spietati ma sornioni, furbetti ma con quella semplicità negli occhi che fa inspiegabilmente ben sperare. E arrivano nel bel mezzo della notte, muovendosi sincopatamente sul levare di una batteria, incastrata a puntino nelle pieghe di una chitarra elettrica che sa di altri tempi. “Here Comes the Villain” è il biglietto da visita, la prima traccia dell’omonimo ep dei The Villains, band modenese capeggiata alla voce da Georgia Minelli.
Ed è proprio questa doppiezza del cattivo, simpatico e canaglia, la cifra stilistica dell’ep, che in sole cinque tracce riesce a mettere insieme più immaginari musicali variamente assortiti. Dopo i chiaroscuri e le ombre blues della prima canzone, arriva la melodia leggera e ammiccante, sostenuta da chitarre garage rock, di “Fire at the Ballroom”. Questa stessa vocazione melodica, però, sa essere declinata anche in una veste più ruvida (“The Game of Catching Sand"), per trasformarsi poi sul finale (“The Graduate”) in un canto grave ed evocativo (alla Patti Smith) che perfettamente si incastra con la rumorosa elettricità delle chitarre.
“Here comes the villain” non è un ep da cui lasciarsi sorprendere. Al primo ascolto, vista anche la solidità del suono, non appare nuovo. Eppure dopo un po’ suonerà come la riserva che stavate cercando da cui attingere audacia ed energia. Del resto chiunque, all’occorrenza, vorrebbe avere un villain al proprio fianco.
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