Di solito non recensisco questo genere di dischi; se lo faccio adesso è perché spero che possa servire come indicazione per altre band che vogliono mandare il demo in redazione. Il problema non risiede tanto nella qualità intrinseca del materiale quanto nella sua rispondenza con i generi trattati nella nostra rivista. Il consiglio alla nazione è dunque quello di informarsi bene sulla rivista o sull’etichetta alla quale si sta mandando il proprio lavoro per evitare di farsi venire il mal di fegato per delle stroncature che sembrano immotivate.
Faccio un esempio semplice: Laura Pausini e Eros Ramazzoti sono cantanti che vendono milioni di copie e hanno fan sparsi in tutto il mondo. Però se mi mandassero il loro disco io li stroncherei. E questo perché io come addetto ai lavori (e mi sento di parlare anche a nome della redazione di Rockit) prendo in considerazione aspetti musicali come l’originalità, la ricerca, il coraggio, la capacità di veicolare emozioni, etc., fregandomene altamente della sua vendibilità. Del resto mi sembra ormai universalmente assodato che la qualità artistica di un musicista è inversamente proporzionale alle sue potenzialità commerciali. Per questo parlerei male (forse peggio) di gente come Zucchero o Celentano, mentre ho parlato molto bene di Allun, Mutable, Bebe Rebozo, etc., gruppi talmente scostanti da essere probabilmente ignorati persino dai loro vicini di casa.
Non scendo quindi nel merito della musica dei TerzaCorsia i quali hanno senza dubbio seguito ottimi corsi musicali, hanno avuto esperienze a contatto con musicisti di caratura nazionale (ad es. i Pooh), hanno probabilmente un giro di fan che li apprezzano e, dulcis in fondo, potrebbero fare una bella figura sul palco di Sanremo. Ma sinceramente io non saprei che altro aggiungere.
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