malo l'amo 2012 - Pop, Acustico, Alt-country

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Quattro racconti sospesi tra presente e passato, incastonati come gemme nella Roma malinconica dei nostri tempi.

Quattro tracce, quattro canzoni. Marco Loperfido, in arte Malo, vive e genera note nella Roma delle foto su Instagram, del colosseo innevato, degli autunni sempre più malinconici, dei ritagli concessi dallo spettacolo circense della politica di notte, placida e assonnata come un gatto troppo stanco per le corse e gli scatti di una vita intera.

Il suo secondo disco, chiamato “l'amo”, è un discreto spaccato di vissuto pre-adulto, quello spazio esistenziale che incrocia i ricordi di un adolescenza ormai lontana con le disillusioni del quotidiano, l'infantile stupore verso le brutalità del presente, sempre più lontano dalle fantasie del passato. In altre parole, i pensieri di un trentenne d'oggi.

Frammenti di precarietà umorale e amorosa, gioie improvvise dopo un sorpasso sull'Aurelia, le reminiscenze della dolce vita come metafora dello sfiorire di un innocenza. Un disco da cameretta insomma, miscela di suoni acustici ed effetti elettronici minimali, colonna sonora perfetta per descrivere quell'immaginario da luna park abbandonati, baci desiderati, ricordi di un pomeriggio piovoso d'ottobre.

Come in un disco languido di Badly Drawn Boy, o nella tenerezza di Dente: l'uomo, i suoi occhi, i dettagli come cornice di un sentimento.

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La recensione l'amo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-09-17 00:00:00

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