Marlene Kuntz
Canzoni per un figlio 2012 - Rock

Canzoni per un figlio

Quest'opera non sfigura nella carriera della band di Cuneo. E siccome, viste le premesse, ci aspettavamo il peggio, va benissimo così

Tralasciamo le inevitabili code polemiche sul perché i Marlene Kuntz siano saliti sul palco della 62ma edizione del Festival di Sanremo e analizziamo questo disco per quello che è. Ovvero una raccolta di canzoni ripescate dal loro repertorio e riarrangiate seguendo l'ispirazione prevalentemente acustica della band.

Ribadire che dai tempi di "Catartica" e de "Il vile" sembrano passati secoli sarebbe oltremodo retorico, ma "Canzoni per un figlio" si colloca, non solo nelle intenzioni, agli antipodi di quell'epoca. Va da sé che coloro i quali - sottoscritto compreso - rimasero delusi da opere come "Uno", dovranno approcciarsi a questa raccolta con la consapevolezza di trovarsi di fronte a canzoni che seguono la scia sonora degli ultimi dischi. Insomma, non aspettatevi la carica rabbiosa di un tempo, quella che per una folta schiera di quasi quarantenni rappresentò la colonna sonora di un'epoca, perché se in quei giorni mai avremmo potuto concepire che canzoni come "A fior di pelle" potessero suonare altrettanto bene con un arrangiamento d'archi, o che "Trasudamerica" avesse una sua diversa ragion d'essere con una sezione di fiati molto vicina alle sonorità tipiche dei Calexico, oggi bisogna ammettere che ciò è possibile.

Ovviamente dobbiamo accettare anche il mutamento delle condizioni di partenza per comprendere appieno lo spirito che anima oggi i Marlene Kuntz. Altrimenti diventerà inutile accostarsi all'ascolto e mai ci potremo convincere, ad esempio, di poter apprezzare una versione suonata solo al pianoforte, quasi classica, di "Bellezza" oppure quella pulitissima di "Ti giro intorno".

In tutto questo sorprende (positivamente) la scelta di inserire una rilettura di "Io e me" (tratta da "Ricoveri virtuali e sexy solitudini") prediligendo le sfumature soniche anziché quelle standard tipiche di questo lavoro. Ciò non toglie che l'esperimento funziona e soprattutto la coda finale di oltre 4':30" farà molto felici i nostalgici della prima ora.

L'unico rammarico è legato a "Canzone per un figlio", l'episodio scatenante la realizzazione di questa raccolta che rimane - a giudizio del sottoscritto - un brano prescindibile, per non dire inutile, a maggior ragione se messo a confronto con altre tracce che hanno fatto la storia della formazione. Anzi, a dirla tutta, un altro rammarico consiste nella mancata inclusione in tracklist di brani storoci più rischiosi (dal punto di vista dell'arrangiamento e dell'adattamento) come "Festa mesta", "Retrattile", "Ape regina" o "L'odio migliore" - anche se l'elenco sarebbe talmente lungo da immaginare un doppio.

In conclusione, nonostante alcune pecche (magari legate al gusto del singolo ascoltatore), "Canzoni per un figlio" non sfigura nella carriera della band di Cuneo. E siccome, viste le premesse, ci aspettavamo il peggio, va benissimo così.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.