Un esordio come mille altri, nel bene e nel male.
Fadà ha il pregio di prendere quella roba lì e farla suonare un po' differente dal solito. Facendola facile, è abile a smarcarsi, ogni canzone parte in maniera piuttosto riconoscibile - il rock-folk, i walzer alla Capossela, l'elettro-pop - e poi ci infila un elemento che non ti aspetteresti mai: il ritornello poppettone quando il pezzo è intimista, synth strani quando pensavi che fosse un pezzo folk, ecc ecc.
Ricorda molto Morino e i Mau Mau, sia per il modo di cantare, sia per l'intenzione di prendere la definizione di patchanka e poi applicarla per davvero, senza aver paura di sconfinare nell'elettronica come nella word music.
Il problema è quando ascolti il disco più volte: se le singole parti ti piacciono, l'insieme non convince quasi mai. L'effetto sorpresa scema, e tutto ritorna nei clichè che speravi di evitare: quando arrivano i fiati su base tamarra ti dici "Fuori dal tunnel" di Caparezza ("La Donna cervello"), poi i Nobraino per le cose più da clochard ("Nemo"), Conte ("Il Capellaio matto"), ecc ecc. E' come se la Bandabardò andasse in giro con un dj hip hop (e non escludo che lo facciano, ho smesso di ascoltarli dopo il millenniun bug). Ed è come se non fossero vere canzoni, più una serie di appunti messi insieme.
Non dico che non abbia un suo personale talento, ma per ora la forma straborda e la sostanza si intravede appena. In poche parole: un esordio come mille altri, nel bene e nel male.
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La recensione Fadà - Polvere di Musica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-29 00:00:00
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