Nel bene e nel male, ci sono tantissimi misteri inspiegabili nell'immenso panorama della musica italiana. Fra questi, catalogandolo nella sezione "male", da oggi possiamo annoverare gli Scotch Ale, band veneta che a leggere le note biografiche sembra avere praticamente conquistato ogni qualsivoglia ascoltatore, sia che si tratti di addetti ai lavori, sia di semplici appassionati di musica.
Tutto è possibile, per carità, ma ad ascoltare questo "Karma +" i dubbi affollano sempre più la mente ogni secondo che passa; 10 canzoni (tra le quali compare la cover facile facile di "Lemon tree") che musicalmente potrebbero anche raggiungere la sufficienza, ma purtroppo non basta il solo impegno per poterne dire bene. I problemi, infatti, sono principalmente due: i testi, che rasentano la banalità più disarmante, e gli arrangiamenti, aderenti alle convenzioni del mainstream, senza neppure un pizzico di inventiva.
Tornando sull'argomento testi, ci sarebbe l'imbarazzo della scelta per argomentare, considerando che non c'è neppure una traccia che possa considerarsi decente. Però "Vita (col) top", che sembra voler raccontare la giornata tipo di un professore universitario (fallito nella vita?), merita una disamina approfondita: "Occhio spento, passo lento, caffé in endovena / l'assistente che ti chiede cosa c'è che non va / pausa pranzo via di corsa c'è un'ora libera / nel giornale c'era scritto pulizia e puntualità / [...] il dovere coniugale che noia che ti dà / se tua moglie ha mal di testa che festa si farà / ma che uomo seeeeeeeeiiiiiiiii con la minitaglia 36".
Insomma, il trio mette in musica il tradimento tipo (e la relativa voglia di trasgressione) di un uomo, stanco della solita routine, pescando a mani basse dai soliti e ritriti luoghi comuni. Ma non vogliamo essere cattivi: stavolta lo sforzo creativo è stato superiore alla media del disco. Immaginate il resto.
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