Primati del garage, con ancora un po' di lavoro da fare
In un genere come il garage-rock, avere tiro è uno dei primi requisiti, ma non sempre basta. Nel caso dei novaresi Primates, che condividono il nome con una (sufficientemente sconosciuta) band post-punk americana anni '80 e con una (altrettanto oscura, ma nota ai feticisti) formazione psych dei mid-Sixties, l'eccellente dinamismo di basso e batteria non riesce a distrarre interamente da quelle che sono le pecche di questo disco d'esordio. In primis, la voce: sempre un po' sforzata e carente sulle basse frequenze (si ascoltino "Nature" e "The day of yesterday", ad esempio), troppo fuori nel mix, supportata solo occasionalmente dai cori, a volte un po' telefonati (in "Burning Radio" e "Farce").
Poi, i pezzi: fondamentalmente ispirandosi all'ondata garage-revival di inizio Duemila (su tutti Hives e Kaiser Chiefs), i Primates vi aggiungono di loro un pizzico di pepe, mutuato dal punk e dai Motorhead, ma non una grande originalità nei riff (triti quelli in apertura di "Desire" e "Burning Radio", si salva quello di "Today") e nelle linee di cantato, che si rimpallano anche abbastanza tra di loro rendendo l'ascolto dei 39 minuti di "Breakfast at Primate's" poco fluido.
Non che sia un album inascoltabile, un paio di canzoni degne di nota ci sono: "Today", ad esempio, che prende le mosse da una strofa sottotraccia per mettere a segno un gran bel ritornello coi botta e risposta; "The full control", anch'essa ben calibrata grazie ai riusciti backing vocals e alla vivace melodia, puntellata dagli interventi dell'ottimo batterista Giulio. Due pezzi davvero azzeccati su dodici sono un po' pochini, però, e sebbene la situazione sia tutt'altro che irrecuperabile (si tratta di lavorare principalmente sulle voci e sulla stesura), c'è ancora un po' da rimboccarsi le maniche.
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La recensione Breakfast at Primate's di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-17 00:00:00
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