Un amalgama curioso di hard-rock e Caparezza, con testi insoliti ma non sempre riusciti
In copertina appaiono come dei simpatici coattoni, i bergamaschi Gotto Esplosivo (i fan di Douglas Adams capiranno da dove deriva l'insolito nome), ma chi si aspetta una band demenziale da party prende una cantonata, con loro. Perché, è vero, il suono è energico - una miscela di hard-rock, crossover e Caparezza con qualche inserto di synth - e anche danzereccio (in "Paura", ad esempio, ma anche in "Nuova dimensione") ma i testi sono tutt'altro che frivoli o pretestuosi. Non di immediata comprensione, sono certo curiosi e non convenzionali, per il loro affrontare temi esistenziali (la paura del mondo, la serpe della gelosia, l'odio come principale ingrediente della vita di ogni giorno) con un linguaggio ironico ma spigliato, alla portata di tutti. Esperimento che riesce bene in alcuni brani ("Paura", anche musicalmente il brano migliore del disco, o "Gelosia"), meno in altri (come lo spiegone "L'occhio" o la goliardia trita di "Malafesta").
Il sound dei Gotto Esplosivo è, a sua volta, singolare quanto i testi e, se di sicuro ha una propria riconoscibilità, ogni tanto si concede qualche digressione di troppo (vedi il pur intrigante folk di "Sete", in chiusura, che sembra però attaccato con lo scotch al resto del disco). Punto di forza de "L'oro del diavolo" restano sicuramente, oltre a una buona "pacca" e a un amalgama che strizza l'occhio ai metallari ma senza allontanarsi troppo dall'ascoltatore più generico, la resa dei testi in italiano e la capacità di coinvolgere che il cantante Anto restituisce bene anche in studio. Una base più che solida da cui prendere le mosse per i lavori futuri.
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La recensione L'oro del diavolo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-02 00:00:00
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