Rock eterogeneo e gradevole ma poco originale e centrato
Rock dinamico e vario, con sonorità che vanno dal blues al rock tradizionale, passando per le sue varianti più moderne. Liriche easy e quotidiane si alternano ad altre più impegnate e “contro”.
“Arch sessions” si rivela un’opera prima sufficientemente godibile e scorrevole e ha i suoi momenti migliori quando i suoni si fanno più tirati e potenti: “Buster blues” con il suo blues viscerale; “One man” e “Occupy”, rock in stile Springsteen con contenuti impegnati ed attuali. Quando ci si avvicina a riferimenti più recenti (“In the evening” ricorda gli Strokes, “Sick souls" gli Hives) il gioco funziona meno. Fare un album eterogeneo ti garantisce una piacevolezza di fondo, oltre alla possibilità di arrivare a più persone.
Ad un ascolto più attento, però, ci si accorge che gli episodi meno a fuoco sono quelli lontani dal rock'n'roll più primitivo. A quel punto, tanto vale capire i propri limiti e rimanere nei territori in cui ci si muove con più naturalezza. Il tiro e le capacità ci sono, è un bel progetto, aspetto fiducioso i nuovi lavori.
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La recensione Arch Sessions di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-10 00:00:00
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