Un disco crepuscolare e meditativo, che fonde attitudine pop, elettronica ed la giusta dose di elettronica in un lavoro ben curato in quasi tutti i suoi aspetti. Ruolo principale assumono le linee vocali ed i testi, vero punto di forza e pieni di espressività. Lavoro di debutto da tenere d'occhio.
Un bel disco di pop elettronico, vagamente acustico, ogni tanto fa sempre bene, serve a decomprimere la miriade di watt che quotidianamente ti affolla le orecchie, mettendo a dura prova la resistenza dei nostri delicati timpani. Così è anche per questo lavoro degli Indiana, band di cui si riesce a sapere davvero poco tranne che provengono dalla bergamasca e che sono amanti tanto dei suoni digitali quanto dell'elettronica più glitchata e basilare.
Ambientazioni catartiche e vagamente sospese affiorano nei primi brani di questo disco, in cui ruolo mai marginale trova la voce, strumento capitale e portatore di testi mai banali, coperta pesante di un tappeto di suoni tra il reale e l'artefatto. Sembra apparire chiara l'influenza di cantautori dai testi crepuscolari e ricercati, sia italiani, sia mericani: in particolare, nella title track "La strada" pare chiaro il tributo alla canzone italiana degli anni '60 e in generale di quella scuola genovese che tanti proseliti ha fatto e continua a fare.
Nelle rimanenti tracce di questo lavoro, rimane sempre alto il livello di emozionalità e il simbolismo dei testi, per un lavoro certamente ben curato a livello musicale e soprattutto vocale, in cui per vocale si intende l'uso della voce come strumento, ma anche di ciò che con quest'ultima viene espresso.
Un lavoro di debutto ben fatto e che lascia intravedere spiragli positivi per le prossime produzione, basterà proseguire su questa strada e migliorare appena l'aspetto della postproduzione, per avere un ottimo disco di debutto.
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La recensione La Strada E.P di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-05-11 00:00:00
COMMENTI (1)
Sorpresone per il loro debutto. Interessanti.