Giorno di San Valentino 2002, festa degli innamorati, ricevo il nuovo lavoro dei Valentina Dorme. Come dire. Che i miei amori passati, presenti, futuri vengono l’uno dopo l’altro a farmi visita, come la favola di Dickens, scanditi dalle 12 tracce di ‘Capelli rame’. Che ogni disco dei Valentina Dorme è così: ti prende per mano e ti porta davanti allo specchio del tuo cuore. Là dove non puoi mentire?
E allora, per intenderci: “I danni in superficie sono incalcolabili, ma qui nessuno sanguina” perché “ho smesso per sempre di occuparmi un quarto d’ora al mese di te”. E ancora “Alla lunga ci si abitua a tutto anche alla mediocrità, non fa poi così male credimi” oppure “la nostra eclissi tra le eclissi è la migliore perché non è affatto parziale”.
Avete i brividi? Io sì. Perché se ‘Nuotare a delfino’, il precedente lavoro dei Valentina Dorme, erano ‘I Dolori del giovane Werther’, questo ‘Capelli rame’ è come ‘I Frammenti di un discorso amoroso’ di Roland Barthes: “mi conforta il tuo continuo sfuggirmi, il tuo spostarti senza tregua, le tue emozioni brevi”.
Tutto è visto con più distacco (sfiducia e disillusione?), il blu forzato macchiato di rossosangue di ‘Nuotare a Delfino’ ha lasciato il posto al bianco e nero della distanza, anticamera del ricordo prima e dell’oblio poi. Il dolore incontenibile, la passione irrefrenabile, si sono congelati in una amarezza di fondo che rende ancora più dure e vibranti testi già di per sé scarni ed essenziali “Rimani, perché averti qui, è più bello che guardare i corvi che affollano il mio patio quando nevica” (da ‘Guardare i corvi’). Insomma un disco da prendere e mettere tra le cose più care che si ha. Una perla, ma di più, un disco che ha lo stesso valore (affettivo e quindi incalcolabile) di quella lettera che custodite da giorni, mesi, anni nel cassetto.
Un disco fuori dal tempo e dalle mode, ancora più curato nella produzione rispetto a ”Giorni spesi a guardare le siepi” (1997) e “Nuotare a delfino” (1999). Un disco dalla produzione impeccabile, pazzesco, se si pensa che rimane, perlopiù, autoprodotto (tutti i nostri auguri alla neonata Fosbury Records). Un disco in cui atmosfere sospese pronte a esplodere rimandano oltreoceano dalle parti di Smog e Will Oldham. Un disco di Canzoni d’Autore. Con la A di autore e la C di canzoni Maiuscole che in Italia attualmente trova ben pochi metri di paragone/confronto, ve l’assicuro a nome della redazione intera. Un disco con almeno 4 canzoni pressoché da infarto: su tutte ‘Tredici’, ‘Una colt’ , ‘Vanessa’ e ‘Nove nuovi amanti’ e le restanti altre ben sopra l’eccellenza (forse mi piace meno ‘Rosso’).
Già.
Per chi è rimasto senza De Andrè e, senza arrivare a tanto certo, però pagherebbe per ritrovare almeno un po’ di quell’insensata forza e disperata grazia nell’usare parole e immagini; per chi pensa che i la Crus già a metà del 2° disco avevano perso in innocenza alla ricerca di chissà poi quale successo commerciale. Per chi ancora piange la fine dei Massimo Volume e in particolar modo a chi ne aveva apprezzato la ‘deriva cantata’. Insomma, quanto tempo ancora ci metterete a capirlo ??
Valentina Dorme. Cuore che pulsa. Ventricoli in controluce. Chirurgia esatta del sentimento. Con grazia e poesia.
Valentina Dorme perchè
un cuore che batte
Valentina Dorme perchè
un cuore che si spezza
Valentina Dorme perchè
una morte apparente
Valentina Dorme perchè
un giorno si ricomincia a vivere
Valentina Dorme perchè come loro in Italia tutto questo nessuno l'ha detto mai.
Chi non lo capisce resti pure fuori e non dia fastidio. Grazie.
Questa è la vita. Questo è un disco splendido.
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La recensione Capelli rame di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-05-20 00:00:00
COMMENTI (4)
NANNOLO, I SIGNORI IN QUESTIONE NE HANNO FATTI ALTRI DUE..
Disco bellissmo e gran gruppo,speriamo che il prossimo lavoro sia all'altezza dei precedenti...
Disco bellissmo e gran gruppo,speriamo che il prossimo lavoro sia all'altezza dei precedenti...
:):[