Un concept di elettronica minimale ai confini con l'industrial, ben costruito.
Benché il neologismo "nonluogo" sia stato coniato per descrivere quegli spazi senza identità, la sua definizione riguarda anche il rapporto tra gli esseri umani e i suddetti spazi. Il progetto sonoro chiamato Shedidntcome, con questo album, compone una sinfonia propria di quei luoghi e dei restanti paesaggi urbani inquinati ed inutilizzati, delle costruzioni che non portano a niente. Il concept è dei più interessanti e la sua elaborazione sonora altrettanto.
"City light", con i suoi glitch meccanici e i drones che sembrano luci posteriori di auto nel traffico, predispone all'ascolto di questo disco in maniera ottimale. La melodia che si insinua ricorda i sinistri carillon di Mike Olfield e ci trasporta verso "Evening traffic", che a dispetto del titolo è meno caotica, disegna una lenta processione di auto che, viste dall'alto, sono tutte uguali. "Yellow lines" è un ambient riempito di pulsazioni industrial che ricordano quei Depeche Mode prodotti da Gareth Jones, crea una suspance veramente intensa. Il ritmo industriale, simile ai primi Einsturzende neubauten, apre anche "Words without sound", che diventa poi un pezzo di synth pop di gran classe, come anche "Starless sky". Chiude l'ep "Liquid perspective", una lunga suite che ci fa figurare un deserto urbano, privato delle persone, nel quale anche un grido non sarebbe udito. Vastità ben espresse dalla chitarra western un po' Tortoise. Si chiude in bianco e nero, senza aperture di speranza.
Un lavoro ambizioso ben costruito, una sonorizzazione piena di significato sostanziale che sicuramente merita più di un ascolto. Molto consigliato.
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La recensione Music for the No Places di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-01-31 00:00:00
COMMENTI (1)
genau!