L'emulo trevigiano del mitico playboy dominicano fa centro. Se amate il cosidetto demenziale e il citazionismo spinto..
“Rieccomi qui dopo un bel po’ con un nuovo lavoro. Stavolta ho abbandonato velleità di sorta e ho confezionato un lavoro piccolo piccolo, fatto in casa”. Queste (ed altre) parole accompagnano la copia di “Un esteta al mare”, terzo album per Porfirio Rubirosa, il simpatico avvocato e chanteur trevigiano che della reincarnazione del mitico playboy dominicano ha fatto una missione. Sarà l’abbandono delle velleità, ma il buon Porfirio ha confezionato il suo lavoro (finora) più riuscito: l’imitazione ironica e affettuosa insieme del suo modello numero uno, Edoardo Vianello è solida, il suono più deciso, la grinta migliore. Ne esce un album gradevole, se vi piacciono i primi Elio e le Storie tese, gli Skiantos e certa tradizione italiana scanzonata, goliardica e burlona.
Un po’ come Evy Arnesano sul versante della lounge, Porfirio Rubirosa vive in degli ideali anni 60, ma autoironicamente, conscio della labilità e futilità del suo sogno, e ad essi tutto riporta: non a caso nel 2006 Joe Levy, vicedirettore di “Rolling Stone” edizione Usa, lo definì “some combination of Austin Powers and Chubby Checker”. si sprecano gli omaggi al passato: in “Il vampiro” c’è quello a Bruno Martino che cantò “Draculino (vampiro un po' bambino)” e “Dracula Cha Cha Cha” (1959); in “L’amore è tutto qui” si stravolge in senso ironico la disperazione della povertà che fu cantata nel brano (solo) omonimo da Piero Ciampi (1971); in “Il mare d’inverno” si ribalta in climi tra Beach Boys e Paul Anka quello che Enrico Ruggeri fece cantare a Loredana Berté nel 1983. C’è pure una cover degli ammirati Skiantos, “Canzone per l’estate”, che è un autentico gioco di specchi, dato che il brano della band bolognese nel 1984 plagiava consapevolmente “Sola”, indimenticabile successo del 1982 di Viola Valentino, prendendone la strofa e facendola diventare il suo ritornello (una parte del testo è stata modificata da Franco Zanetti, per rendere il brano più attuale). A proposito di Edoardo Vianello: la marcetta in stile fascista “Fu…turista” fa veramente sorridere: date le simpatie politiche del cantante romano e lo stile vocale di Porfirio, si propone come un forse involontario ipotetico e autoironico coming out (e occhio agli accenni a "Fascisti su Marte" di Corrado Guzzanti).
Ma il brano migliore, che potrebbe ambire a essere un bel singolone estivo, è la title track “Un esteta al mare” (anche qui omaggi: a “Un’estate al mare” di Giuni Russo, ancora 1982, e forse, ma forse, alla strofa di “Contessa” dei Decibel, 1980, qui diventata ritornello e velocizzata) che sintetizza ironicamente il credo dandy di Rubirosa. Target preciso. A quando un duetto con la Arnesano?
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La recensione Un esteta al mare di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-07-02 00:00:00
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