Nonostante le buone intenzioni non si va oltre la mediocrità del più ritrito pop-rock all'italiana.
Impegno e riflessione a forza di chitarre elettriche: questo pare vogliano fare i Pois Noirs con il loro primo omonimo ep. Cinque tracce che nonostante le buone intenzioni non vanno oltre la mediocrità del più ritrito pop-rock all’italiana.
L’ep comincia male fin da subito, in “Il banchetto degli Dei”, la prima traccia, c’è già tutto: una melodia sforzata, che non decolla mai, un testo con tante pretese e poca sostanza (“Io porgerei, l’altra guancia ancora; forse potrei, ma la mia mente è fradicia”), un certo mestiere per gli arrangiamenti e poco altro. Non che una sola canzone faccia l’ep, ma quasi. Se coraggiosi si continua nell’ascolto, si potrà rimanere sorpresi giusto per un piglio un po’ più deciso e autentico in “Tempo” e per qualche buona intuizione strumentale in “Agorafobia”. Per il resto tutto confermato: i testi seguono in maniera maldestra la strada dell’impegno, mettendo in fila parole importanti che sanno di vuoto (“Svanisce l’anima, marcisce l’aria, marea ci sommergerà”) e le melodie sono noiose e già ampiamente sentite. Poco altro da aggiungere e niente da salvare.
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La recensione pois noirs di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-21 00:00:00
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