Un buon disco d'esordio per il vocalist de Lemeleagre. Ma bisogna cambiare passo e attitudine.
Il progetto I Robot può essere definito come una sorta di spin-off de Lemeleagre, band romagnola di cui ci siamo occupati nel corso degli anni raccontandovi gli sviluppi del loro suono. Silvio Pasqualini, già nel ruolo di vocalist e chitarrista nel gruppo principale, prova quindi oggi a cimentarsi con qualcosa di più personale.
Il risultato tangibile sono queste 10 tracce dell'album omonimo, assemblate probabilmente più per mera soddisfazione personale che per ragioni prettamente artistiche. C'è infatti un forte accento lo-fi nel sound, dettato magari da motivi economici (session di registrazione casalinghe), che a dire il vero non penalizza più di tanto la resa finale. Manca piuttosto quel pizzico di impegno che ci aspettavamo nello sperimentare arrangiamenti inediti rispetto alla formula della band madre, visto e considerato che Silvio sembra poco propenso a effetti sorpresa.
Ciò non toglie che le canzoni ci siano e non sia certo una novità ritrovare piacevolmente certe pulsioni verdeniane ("Gli spostati"), piuttosto che reminiscenze legate ai Prozac+ ("L'ordigno dell'apocalisse"), o ancora pregevoli tentativi di rielaborare il rock secondo l'insegnamento degli Eagles Of Death Metal ("Inferno privato") e dei Foo Fighters. Quando invece la band prova rallentare il ritmo ("E poi fu festa all'infinito", "Antichi astronauti", "Elevato alla n"), si intravede qualche elemento positivo su cui in futuro si potrebbe lavorare, quantomeno a livello di attitudine.
Rimane il fatto che, in un modo o nell'altro, bisognerà imporsi un approccio alla materia che sia lontano il più possibile dall'esperienza Lemeleagre. Solo ripartendo da queste prerogative il progetto acquisterà senso e motivazioni specifiche, affinché non si corra il rischio di passare per la band alle prese con le sole b-side de Lemeleagre.
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La recensione s_t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-12-15 00:00:00
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