Dietro agli Out of Limbo si cela la figura di Stefano Tirone, autore e produttore milanese attivo già dagli anni Ottanta all'interno della scena new-wave/post-punk italiana. Background da cui ripesca a piene mani anche con questo nuovo progetto. Sound totalmente debitore degli eighties britannici, "Kino" si fa strada a colpi di synth magnetici e bassi pulsanti, sapientemente guidato da una voce plumbea e baritonale: indiscussa, sinuosa signora dell'ensemble musicale.
Disco compatto e coerente, si struttura in una continua alternanza tra episodi danzerecci alla New Order ("Cold Stars", "Coreless") e momenti di più intima introspezione che se da un lato riecheggiano atmosfere alla XX ("Escape", "Fragments of Blue") dall'altro ricreano ambientazioni degne dei Depeche Mode più melodici ("Broken Glass", "Feels Like"), arrivando quasi a suggerire un certo mood sigurrossiano nel pezzo di chiusura, "Palindromes".
Suoni puliti, estrema precisione, buona costruzione dei brani, registrazione impeccabile. Chiaro che si tratta di un esemplare forse anacronistico e senza dubbio derivativo. Rimane solo da chiedersi se - di fronte a un prodotto di questo livello - abbia davvero senso stare a dibattere sul peso delle influenze o se sia più ragionevole riconoscerne la qualità e il riuscito proposito di rispolverare un genere esploso sì trent'anni fa ma le cui ripercussioni sono quanto mai attuali (vedi Editors o White Lies). Non se ne sentiva la necessità, ma "Kino" rimane innegabilmente un ottimo lavoro.
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