A un anno dalla nascita, questo trio milanese - ritrovatosi a dover rinunciare a un batterista in carne e ossa - arriva all'ep d’esordio. E forse la maggiore carenza di questo progetto è proprio questa. L’effetto che scaturisce dall’accostamento di elettronica e acustica che si ascolta nell’ep è di assoluta incompatibilità. Due mondi distanti, due poli opposti. Artide e Antartide. Saranno forse anche i sample abbastanza scadenti o sarà la registrazione non impeccabile, fatto sta che ascoltando i brani nasce nitida l’immagine di tre persone che suonano e di un computer che lavora, da solo, qualche stanza più in là.
Facciamo quindi finta , per un attimo, che questo computer sia spento e consideriamo il lato “umano” dei Canicola. Sensibilità, prima, e monotonia, poi, sono le sensazioni che trasudano dalle sei tracce che compongono “Chi ucciderà il demone che vive dentro di te?”. Dai muri di chitarre distorte ben fatti di “Trenta fantasmi” si arriva a “Sanguinare”, brano che chiude l’ep ed attribuisce con pieno diritto l’aggettivo “malinconico” allo stile del trio. E, a voler essere sinceri, a volte anche troppo, rischiando di risultare vuoti e lamentosi (“La realtà”, “The hole”).
Data però la giovane età di questo progetto e lo stile scelto, si può chiudere un occhio e considerare che - tutto sommato - le idee buone ci sono e si realizzano in melodie che per un po’ coinvolgono e restano (“Ogni piccola morte”, “Il colore”).
Urgente: trovare un batterista, o perlomeno suoni meno finti. Per il resto c’è tempo.
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