Dietro il progetto Blue ‘Chaos’ Light si nasconde il producer fiorentino Giulio Nicolardi, portavoce di una personalissima concezione – a dire il vero piuttosto confusa e confusionaria – di elettronica notturna e danzereccia, commista a velate sfumature tamarre, che, contro natura, prova a conciliare sotto lo stesso cielo di pattern le parti sintetiche meno sovrapponibili di ’80 e ’90.
In uno slancio di dilettantismo patinato, ma forte di un’indiscutibile conoscenza delle fonti, Nicolardi attorciglia intorno allo stesso tema portante (rubricato dallo stesso titolo ripetuto su 6 tracce) disimpegni future-pop e cupe atmosfere elettrogoth, scenografie synth-wave ed eurodance rappata d’alta classifica, convogliando forzatamente dentro lo stesso flusso sonoro i Colony 5 piuttosto che i Nightwish più melodrammatici, i primordiali Simple Minds insieme alle scorribande vocali di Snap e Corona dei bei tempi che furono.
Un curioso quadretto d’insieme che sembra cucito insieme dal Dott. Frankenstein durante una delle sue rarissime pause pranzo.
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