Torna il combo no art, con un disco fresco e rutilante, che sa attualizzare parti importanti d'un passato storico
A seguire sulla lunga distanza “The Mutant Affair” (2009), torna il combo formato da Roberto Rizzo (R.U.N.I.), Chet Martino (Ronin), André Arraiz-Rivas (Satan Is My Brother), con un disco licenziato dalla storica Wallace Records.
Un po’ sintesi e parziale superamento di quanto declinato in passato, ad aprire le ostilità ci pensa la titletrack, opener rutilante, che traccia le coordinate art che informeranno l’intero ascolto, dove è possibile rintracciare sia la strampalata (quanto ingegnosa) verve a marchio Devo, sia i conati di un’anima schiettamente post, per un synthpop che gioca ad apparire più sbarazzino di quello che è in realtà.
Kraut impregnato di velature space, in “No More Problems”, sicuramente l’highlight del lavoro, ottima digressione epica fatta di matematica ed attitudine punk.
L’altra metà del lavoro ("A Cry In The Night", "Bad Games") sfuma nell’amore indefettibile volto al colosso Residents, avanguardia californiana mediata da glaciazione synth, per risalire la storia ‘80/’90 attraverso l’electropunk di gruppi come Brainiac, ovvero i padri Suicide.
Ironia (un po’ codificata) per un lavoro - indubbiamente ben fatto - che guarda indietro con un occhio nostalgico ma disincantato, e leggermente iniettato, al qui e ora.
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La recensione Freak of Nature di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-09-06 00:00:00
COMMENTI (2)
Psic, "HAI" finalmente un bel disco?:)
Hooooo
finalmente un bel disco!