Sakee sed
A piedi nubi 2012 - Sperimentale, Rock, Alternativo

A piedi nubi

Terzo lavoro per i Sakee Sed che mettono da parte l’acustico per nuove trame sonore elettrificate. Psichedelia, giochi di parole ed energia da vendere.

A piedi nubi, quasi sapessero che questo maggio sarebbe stato piovoso contro ogni sana previsione. E tra le nuvole maldestre che si spostano rapide fino a raggiungerci nonostante l’assidua ricerca di primavera, parte un getto poderoso e caldo di note viscerali: parte dallo stomaco venandosi di psichedelia, rock inteso come secche martellate, i pezzi si elettrificano animandosi, e spingendo al movimento. E pare di giocare a rincorrersi in spazi apertissimi, dove è sempre domenica o semplicemente gli impegni quotidiani vengono messi da parte, dove si suona con l’intenzione e il piglio di un adolescente che sogna, e i sogni sono preziosi.

L’album si apre con la dolcezza di un pomeriggio estivo, di quelle lunghe estati tra un anno scolastico e l’altro, quando ci innamoravamo ogni volta e ogni volta sembrava l’amore della vita: già si insinuano innesti prog dati da un rhodes che sostituisce il piano, così come, rispetto ai lavori precedenti, si tralascia l’acustico per chitarre elettriche incisive. “A.S. M. A. Los Angeles” è rock puro, tirato ed esplosivo, e qui gli intarsi psichedelici si fanno più evidenti, come se in una stanza polverosa, vuota e corrosa dal tempo, si spalancassero d’improvviso le finestre. Lo stesso per “Sta Piovendo”, dal riff rabbioso e il ritornello che invita a sbronzarsi, l’irresistibile “Colpo Al Materasso” fatta di terrazzi soleggiati e lunghi viaggi in auto, la morbida presa di “Tritolo” che ci lascia abbandonati a fissare il soffitto quasi fosse dipinto di ricordi.

“Megattera” col tono amaro del rimpianto cede la chiusura a “Presto Parto”, a metà tra ballata e soffio leggero, e tutto torna, magicamente: il duo bergamasco, in formazione allargata, prosegue con giochi di parole che sembrano farfalle che non si posano mai, ma arricchisce il sound di energia portando i brani a un livello superiore in termini di struttura e contenuto, non abbandonando la strada intrapresa del Do It Yourself. E il DIY non è soltanto, come nel caso dei Sakee Sed, costruirsi uno studio di registrazione (il TunnelWood, interamente in legno) e fondare un etichetta (la Appropolipo Records), ma è l’attitudine propria di ognuno nel mettere un piede davanti all’altro continuamente, e andare avanti, anche quando lo si fa contro ogni sana previsione.

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