Un raro disco italiano che incontra il gusto adult-contemporary d'oltreoceano, molto ben fatto
Non è usuale sentire un album italiano così modellato sul gusto adult-contemporary d'oltreoceano... qui da noi, vuoi per le varie programmazioni radiofoniche, vuoi più in generale per le delle abitudini dei fruitori di musica, se uno parte dal blues, o rimane lì (spessissimo), o guarda con scarsa originalità a un non meglio precisato "rock anni Settanta", tutt'al più virato verso il garage rock. E in questo caso il gioco funziona se hai due palle così come musicista e come autore, vedi Waines e BSBE, altrimenti è un nuovo pantano. Tutte le altre possibili evoluzioni del genere non le si affrontano mai.
Per intenderci, un nome come Dave Matthews non fa spesso capolino nella recensione di una band nostrana. Con "Takin a Look inside a you" l'esempio calza, sia per la bella voce di Filippo Coraci, sia per gli arrangiamenti della sua chitarra (nei riff di "Better at home" e "Torture me", ad esempio, ma anche nel suono della slide in "Late for this life", con la curiosa idea della sveglia a scandire il ritmo). Più che buono l'apporto dell'asse ritmico, mai troppo sopra le righe ma nemmeno sotto: tutto ciò che accade nelle seconde linee è funzionale a valorizzare e non a coprire il tema e i lead vocals.
Un pizzico del Ben Harper di "Welcome to the cruel world" in "My inner fire", impreziosita dal violoncello di Claudia Testa, e uno dello Sting solista nella title-track: i riferimenti musicali di Korach insomma non si addicono particolarmente ai teenager (reali o eterni tali) drogati di volume e sudore, ma non sfigurerebbero per nulla nella playlist di una radio AOR americana. E' un bel disco questo, ben suonato, ben scritto e ben arrangiato: se volete prendervi una pausa da tutto il punk e noise che ascoltate, perchè no, potrebbe anche piacervi.
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La recensione Takin' a look inside You di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-09-18 00:00:00
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