The Cyclops ...For A Happy Decline 2012 - New-Wave, Indie, Garage

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Un album d'esordio dopo 15 anni di concerti, per fermare il proprio sound e ripartire dai suoi pregi e difetti

Essendo "... For a happy decline" il primo disco dei toscani Cyclops, che sono in giro per palchi da quasi una quindicina d’anni, è lecito presumere che sia composto di pezzi lasciati a decantare un bel po’, concerto dopo concerto, prima di entrare in sala a registrarli. Mi viene naturale pensarlo, notando la cura con cui i pezzi sono levigati, smussati di ogni irregolarità e lungaggine inutile. Sono otto canzoni, insomma, che, pur senza essere dei capolavori, filano.

Declinate secondo due fondamentali linee guida: la prima è quella del post-punk, ovviamente aggiornato ai nostri 2010 e rotti. Ad esempio in “Trapped!”, che per cantato e riff di chitarra potrebbe essere un parto dei migliori PiL (ok, non c’è John Lydon qui, ma il cantante dei Cyclops David Rossi fa comunque il suo sporco lavoro); oppure in “Too Late”, che non sfigurerebbe nella colonna sonora di “24 hour party people”. Non ne ho ovviamente la certezza, ma dalla maturità compositiva che dimostrano i brani di questa prima linea guida, ipotizzo che siano i più anziani, o comunque i più “necessari”, i pezzi nati dall'urgenza vera di esprimere qualcosa.

Perchè il secondo filone, quello dell'(abusatissimo) neo-garage, appare decisamente meno convincente: “Mechanichal disease”, ad esempio, ricalca eccessivamente i primi brani degli Strokes, senza però averne il mordente melodico; discorso simile per “Ten out of ten” e “New York City”, in cui fa capolino anche quello stranoto effetto sulla voce che Casablancas ha reso marchio di fabbrica.

Quando le due direttive di “For a happy decline” si incrociano a metà strada (vedi “Rubbish Heart”, “A clockwise world”), allora le cose tornano a funzionare. Oltre a lasciare buoni spiragli per il futuro: era probabilmente giunto il momento di fermare, una volta per tutte, questi otto pezzi. E di renderli base primaria per il perfezionamento di un sound che ha tutte le potenzialità per crescere ancora.

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La recensione ...For A Happy Decline di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-06 00:00:00

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