A volte per comprendere al meglio le cose è necessario spogliarle dai significati aggiuntivi e prenderle semplicemente alla lettera. Ridurle all'essenziale e guardarle per quello che sono. È per questo che un titolo come “Musica da camera” non deve trarci in inganno: nessuna composizione complessa e ampollosa per l'Ep d'esordio di Sylvia (in free download qui). Solo canzoni dalla stanza dei sogni interrotti, voce e piano dalla camera segreta della propria infanzia (in)finita.
Il primo spiraglio che la cantante ci offre per accedere al suo mondo onirico è un sentiero chiamato “Found desert”: un carillon, rumori in sottofondo e una linea vocale seducente che raccontano una storia malinconica e lontana. E quando temiamo di esserci ormai persi tra nebbie zuccherose, la primavera esplode nella spensierata freschezza di “Ballad of a bee”, sospesa in uno stile vicino a Florence & the Machine e una versione minimalista dei Dresden Dolls.
Le nostalgie riaffiorano nella successiva “I'm not your mum”, ma la delicatezza è tale che proprio non ci aspettiamo di sprofondare subito dopo in “Outro”, catacomba degli incubi da cui l'anima claustrofobica di Sylvia canta i propri fantasmi. Ma basta un solo pezzo a rassicurare l'ascoltatore: “Know why” è la perla finale di un disco che non ha timore di sperimentare persino il silenzio e che sa dimostrare che basta poco per disegnare scenari musicali ed emotivi immensi. Il viaggio è finito, ma l'incanto rimane.
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