Il disco singalong dell'estate: canzoni ariose e cori da stadio, malinconie melodiche e armonie sognanti per pop-rockers dal gusto classico.
È evidente che agli All About Kane piace lo stile classico e imponente: lo deduciamo dalla doppia citazione wellesiana di nome del gruppo e titolo dell'album, e ne riceviamo conferma ascoltando le canzoni, un concentrato di influenze che non possono certo dirsi minimaliste.
Thom (omaggio a Yorke? Non saprei, ma sarebbe molto plausibile) mette le sue corde vocali potenti e sentimentali al servizio di un pop-rock bello di una bellezza troppo rotonda e ottimista per essere cool: quella dei biellesi è un'uncoolness da ampi spazi e grandi cori che parte dagli U2 e passa per Coldplay, Keane, Starsailor, Snow Patrol, con divagazioni folk-cantautorali alla Damien Rice, Glen Hansard e simili, e qualche sfumatura a stelle e strisce. Come per Charles Foster Kane, ambizione è decisamente il termine che più si addice agli AAK e al loro debutto, che, anche se a tratti troppo assertivo e derivativo, può contare su un pugno di canzoni di cui tutto si può dire tranne che non siano accattivanti, e che farebbero la gioia delle “college-radio”, su tutte il singolo(ne) “Indipendent lights”, e poi “In this black night”, col suo sound da juke-box del midwest, “Rainbows are collapsing” - una hit dei Coldplay fatta e finita – e “January”, intensa come le cose degli U2 meno bacucchi.
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La recensione CitizenPop di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-07-11 00:00:00
COMMENTI (3)
Sig. Feedback io invece la trovo una parola tanto simpatica!
J.Peel avrebbe detto : " io queste cose qui' le ho gia' sentite...." pero' sono piacevoli eseguono bene e hanno delle buone intenzioni - 7 per l'impegno.
( S.ra Bognanni non usi piu' il termine "bacucco", e' orribile ! )
bello il singolo