Un nuovo tassello per il mosaico della scena psych-underground italiana. Caldamente consigliati
Il ricco mosaico della scena psych-underground italiana si accresce di un tassello con i Tealt, formazione fermana qui al suo debutto. Quattro brani per poco più di un quarto d'ora di musica che conquista senza appello al primissimo ascolto.
Dall'iniziale, folgorante garage di "Rock'n'roll", chitarre e tamburello direttamente dai Favolosi Sessanta ma cantate con quell'aria da Pete Doherty che la rende appetitosa anche per le nuove generazioni, poco avvezze agli alberi genealogici del rock. Poi, il sensazionale riff lisergico di "The Flow", che ci tuffa in un'atmosfera irreversibilmente "Pebbles", con l'aggravante delle gambe che non riescono a smettere di muoversi a tempo.
Più moderna "Paranoids from Paradise", che richiama gli episodi più sanguigni dell'ondata brit (alcune cose degli Ocean Colour Scene, ad esempio), anche qui incipriati di libertinesismo quel tanto che basta, su voci e chitarre. "Safe and sound", costruita su un jingle-jangle saturo e pervasivo à-la Chesterfield Kings, non colpisce forse al pari delle altre tre, ma rimane un bel pezzo, adatto a chiudere l'ep con un'ultima nota di colore, e di volume soprattutto. Esordio di alto livello senza dubbio questo dei Tealt, anche per il notevole impasto sonoro, non facile da ottenere con una registrazione in presa diretta. Caldamente consigliati.
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La recensione TEALT EP 2012 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-26 00:00:00
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