I modenesi i Killa Korporation avevano già provato nel 2011 con "Rewind" ora è la volta di Distopia. 12 tracce che rispecchiano la crudezza e la disillusione del rap più sommerso, quello che allo stesso tempo racchiude in sé la speranza di voler uscire dalla periferia per far sentire la propria voce anche oltre i confini del quartiere/città, ma che non è ancora entrato in contatto con il magico mondo delle major.
Pochi fronzoli, si va dritti al punto. Rime dure, senza tanti sofismi: critiche serrate e feroci contro la società, contro i soliti potenti e la logica del forte che mangia il debole, mass media e derivati (vedi “Serpico”). C’è spazio anche per le brani dalle tonalità meno rabbiose e più malinconiche, vedi “Pioggia Acida”, anche se il disincanto e la frustrazione rimane.
Un lavoro da scoprire a poco a poco, al di là che vi possa piacere il rap o meno, da ascoltare con calma anche più e più volte in modo da poterne coglierne tutte le sfumature, la rabbia covata come la speranza, anche se non si vede c'è.
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