vibrida Vibrida 2012 - Rock

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Sei tracce sciagurate.

Tra le cose che mi hanno incuriosito di più in quest’ultimo decennio, c’è una serie tv, oramai di culto: Boris. Ufficialmente una serie comica, fuori dagli schemi, con bravi interpreti ed un’ottima sceneggiatura, ma che contiene un segreto, impresso tra le espressioni del suo protagonista: il regista Renè Ferretti. Ferretti rappresenta lo svisceramento dell’inadeguatezza, come chiave per leggere il nostro tempo. Amplificata dagli oramai caleidoscopici mezzi comunicativi di cui disponiamo.
L’inadeguatezza è un carattere che trovo declinato sempre alla stessa maniera nelle forme artistiche, espresso tramite la faciloneria nella cura di un disco o di un film, nell’assoluta improbabilità e lontananza di alcune visioni dal vivere quotidiano.
Manifestato come in una faccia troppo enfatica di un attore di fiction si disvela quindi il mistero dei Vibrida. Sei tracce, tutte uguali, sebbene con lievi differenze che pregiudicano l’interscambiabilità delle stesse, tutte immerse in quelle atmosfere da libro Harmony: corpi riflessi allo specchio raffiguranti un anima, “sottili confini tra sogno e realtà” , roba del tipo “lenta neve sui colli tuoi, dolce miele su di noi” .
Un insieme raffigurato in una cornice musicale anch’essa assolutamente improponibile, ricca di distorsioni composte quasi a velocità da crociera, che appare presa piè pari dallo spot di una compagnia telefonica, di quelli con Fiammetta Cicogna, ma in salsa rock.
Rock per serate pub, insomma, la cui massima aspirazione è quella d’intrattenere, tra un panino ai sottaceti ed una birra chiara media, tale da rendere questa recensione quasi un’invasione di campo.

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La recensione Vibrida di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-12-07 00:00:00

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