Vorrebbero riportare in auge quel rock italico anni '90 attraverso sperimentazioni poco riuscite. Noia disturbata.
Quest'anno ho scritto la letterina di natale a Babbo Natale Rockit. Tra tutte le mie richieste, una in particolare: non farmi più recensire Ep di gruppi che vorrebbero riportare in auge quel rock italico anni '90 attraverso sperimentazioni poco riuscite. Evidentemente la mia letterina è andata persa. O forse non sono stata molto buona. Non lo so. Quindi, eccomi ancora una volta a riparlare di lavori che ammiccano a fasti passati. Regalandoci una cinghiamattanza di sonorità che prendono le mosse da gruppi come Subsonica, Afterhours e Negramaro, ebbene sì ricordano anche loro.
L'economia generale di “No” non riesce a liberarsi dalle sabbie mobili di quel rock “già troppo sentito”, cedendo a un'emulazione di quello che ci è stato proposto in anni passati, tradotto poi dal gruppo romano con poca maturità e sincerità. Uno Zibaldone caotico di synth distorti, chitarrone grosse accompagnate da ritornelli banali. E i testi non aiutano l'ascolto, purtroppo. Sembrano scritti dai Finley. Per capirci, si sentono frasi tipo: “vivere per ridere, di me che sono al centro di questo cielo senza vento....vivere per ridere, vivere per ridere.” (“Oceano”). Qualcosina di positivo, forse, possiamo trovarlo in alcuni - brevi - istanti, grazie alla sperimentazione elettronica, come per esempio in “In faccia a nessuno” o “Il Dono”(dal quarto minuto in poi), brani in cui gli Uscita17 riescono quasi a creare un minimo di attenzione partecipe. Il resto è noia disturbata.
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La recensione No di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-12-14 00:00:00
COMMENTI (1)
Ridere di me che sono al centro di quest'OCEANO senza vento.
Le canzoni sono anche testi. ;)