Dalla biografia del gruppo: "...da subito il progetto dimostra la necessità di uscire dai canoni e dalle classificazioni, dimostrare la propria identità ed imporre uno stile non configurabile". I risultati non si vedono. Volendo essere ottimisti, i risultati non si vedono ancora. Quello che manca alla band romagnola non è tanto la capacità di creare forme nuove, schemi variabili e controtempi stuzzicanti, quanto quella presunta imposizione di uno stile non configurabile di cui recita la biografia. "Fuori" e "Tempo latitante" disegnano la traccia di un buon rock ma che non lascia nessuna impronta propria."Il re servo" e "Lu" vanno meglio: la cantante trova lo stile canoro che più la valorizza e che ha usato forse troppo poco nel resto del disco, preferendo quasi sempre una lirica aggressiva e urlata ("Alice" ed "Exit" tra tutte). Più in generale, si resta in via di mezzo tra il disco ben suonato ma senza anima e qualcosa di più importante. Come esordio non è male. Ci sono degli spunti interessanti, certo la biografia va cambiata.
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