Un debutto di stoner / metal che non convince a pieno.
Da Cagliari arriva "Distorted Reality", l'ep di debutto dei Blacktones. La loro musica attinge da una serie di riferimenti abbastanza evidenti, la voce di Simone Utzeri rimanda ad un misto di toni in stile John Garcia ed Eric Wagner dei Trouble, mentre la chitarra partorisce riff stoner/metal uno dietro l'altro, senza però trovare mai quello che ti incolla alle casse e ti fa esplodere la testa. Questi cinque pezzi non sembrano voler partire, si resta in attesa del ritornello vincente o del tempo coi bpm giusti per invadere i muscoli di adrenalina, ma da questo punto di vista l'energia latita. Sono anzi evidenti derivazioni da un metal abbastanza classico, come su "The Phoenix", nella quale ho avuto la sensazione di ascoltare un side project di Geoff Tate dei Queensryche. In alcuni casi invece è la ricerca degli accenti dispari a tutti i costi a smorzare la potenza dei riff, come nel caso di "Ashes". Peccato perché la partenza sghemba di basso e chitarra, che prelude al riffone doom di "The Last Time", faceva ben presagire, ma il cantato e la sua parte declamata la mettono presto a sedere e anche quando a farla da padrone è la classica cavalcata, resta comunque abbastanza innocua, senza incidere mai sul testosterone. Neanche "Our God" riesce a farmi passare l'idea che ci sia del talento in questa band, ma che non abbia trovato la formula adatta per esprimerlo al meglio.
Sia chiaro, non è una stroncatura, di gruppi che non sanno tenere una chitarra in mano e fanno dischi, ce ne sono talmente tanti che non mi permetterei mai di prendere poco sul serio musicisti con un bagaglio tecnico come quello dei Blacktones. Però l'alchimia ancora non funziona, c'è un retrogusto di passato nella loro musica che non convince. Grandi assenti, le idee, quelle che trasformano un pezzo ascoltabile in un pezzo esplosivo. Buon lavoro, alla prossima prova.
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La recensione Distorted Reality di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-06 00:00:00
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