marie e le rose changes 2012 - Jazz, Alternativo, Electro

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Tra sperimentalismo, musicoterapia e minimalismo, la polistrumentista Rosa Maria Sarri consegna alle stampe un disco strano e altalenante

Dietro questo moniker – quasi un calembour  linguistico – si nasconde Rosa Maria Sarri, chitarrista, ma in realtà polistrumentista, votata a una sperimentazione dal vago sapore free, molto intrisa di una proto wave onirica che trova il germe della sua genesi nell’Era ’80.

Attorniata da uno stuolo di musicisti, tra cui spiccano la pianista Gaia Palesati, la cantante Daniela Dolce e il tecnico del suono Nicola Cavina, il disco risulta un excursus di cinque brani (e altrettante varazioni su un tema dominante), asciutti e con pochi artifici, partendo dalla titletrack, ossatura percussiva che si snoda nel poco della sua reiteratività per ben 6:51 minuti.

Il piano tetro e magniloquente, dal sapore ultraclassico di “Chiudi gli occhi e guardami”, è il tentativo, solo in parte riuscito, di far coesistere tradizione e innovazione nel continuum di uno stesso lavoro o, come dice l’artista stessa, dove "si tenta di realizzare un legame fra qualcosa di classico e qualcosa di attuale".

Il chitarrismo classico di “Corde a distanze minime”, insiste sul tema dominante, acquisendo agli atti un’imprevedibile fuga virtuosistica – tra gli highlights del disco.

L’elettronica kraftwerkiana ma a la Future Sound Of London, tra drum’n’ bass e una techno minimale, informa la conclusiva “Borg Material”.

Il disco risulta una struttura densa e ben congegnata, nel gioco tra linearità e discontinuità, ma dove è ancora precoce intravedere una cifra omogenea (e si badi, non intendendo necessità di assimilazione tra i brani, bensì saldo amalgama artistico). Personalità poliedrica, complessa e in via di definizione.

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La recensione changes di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-01 00:00:00

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