Tante ambizioni. Pochi riscontri.
Tante parole, nessuna descrizione, nessuno slancio. Dopo più di dieci anni da “Canto di Spine”, album ricordato spesso per la copertina che ritraeva Alda Merini nuda, i genovesi Altera tornano con “Italia sveglia! note per destare un paese”.
L'impressione che si ha da subito è quella di un sound ed una concezione delle liriche rimaste a quelle consuete di dieci anni fa, linee di chitarra standard, di quelle che “si vede che è rock”, liriche che vogliono essere polemiche ed impegnate, ma che appaiono il più delle volte scontate e prive di una reale forma canzone, arrabattate in soluzioni confuse e spesso forzate. In sintesi, niente di nuovo sotto il sole.
Tutto ciò appare chiaro ed evidente sia dal primo brano, “Italia Sveglia”, nelle intenzioni un'invettiva ambiziosa sulla codardia della società civile italiana, ma che nei risultati si ritorce in una nenia, quasi fosse un sussidiario delle nostre debolezze, declinate con un metro stilistico più accostabile a un comizio di Beppe Grillo, che a un brano musicale.
Il resto scorre tra gli interminabili minuti di “Anche Questi Son Sardi” tra suggestioni litfibiane ed aperture alla Ligabue, la voce enfatizzante hard rock che si irradia qui e lì, sonorità che non avrebbero stupito neanche un ascoltatore medio degli anni novanta.
Neppure una tematica intensa e foriera di spunti per la poesia, come l'allontanamento di Don Gallo dalla diocesi di Genova nel 1970, permette agli Altera di produrre un momento interessante, sprecando un'occasione tra descrizioni di deserti e fuochi fuori luogo, ritornelli assolutamente inconsistenti, in parte salvati dalla stupenda descrizione dell'episodio direttamente dalla voce del prete genovese, ospite nel brano.
Molta carne a cuocere. In gran parte bruciacchiata.
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La recensione Italia sveglia! note per destare un paese - pt.1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-08 00:00:00
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