Un disco che convince in pieno
Rock n'roll in bustine già dosato e pronto all'uso. Prontissimo. Le Carte puntano diritte all'heads-up finale, la posta è importante e con la musica se ci si mette la convinzione ce la si può giocare alla pari.
100 è il numero scelto dalla band per rappresentare il disco, un numero importante, carico di significati simbolici, primo fra tutti la santità e la rappresentazione di Dio, particolare per un terzetto che suona la “musica del diavolo”.
Poco spazio agli stati divinatori o alle preghiere sottovoce, in questo album ci sono tante urla ruvide e pulsioni viscerali scandite da puro e semplice rock, ben suonato e compatto: undici canzoni che svolgono un gomitolo di lana tinta bordò ispida, ma anche blu più morbida. Lorenzo, Eleonora e Roberto sanno come impattare sui padiglioni auricolari suonando col sudore e trasformando gli strumenti in armi, le distorsioni in onde del mare, sia esso calmo o in burrasca, un suono non nuovissimo il loro, la voce richiama facilmente quella di Divi dei Ministri, ma si percepisce una solidità che sorprende per la giovinezza della formazione salentina.
Si parte per il viaggio con Supersonico, prima traccia che prepara subito il terreno per la semina di frutti ibridi grunge e hard-rock, l'intro suona come eco del Teatro degli Orrori. Bello il suono della chitarra in 100, incisivo e caratteristico di un brano che ben si sviluppa e si conclude con erezioni di mura sonore senza bisogno di pasticche blu.
Menzione speciale merita sicuramente "Mi Ami/Non Mi Odi" (uno dei pochi pezzi in cui l'arpeggio di chitarra si fa spazio a gomitate), per la presenza nel ritornello della bella voce femminile del trio, forse troppo nascosta nei cori fino a quel momento, sicuro valore aggiunto nello spettro delle capacità de Le Carte e, a mio parere, possibile punto di forza da utilizzare maggiormente.
Il dico convince in pieno: ascoltiamole queste Carte, tra i raggi delle ruote, giochiamole scoperte in tavola, che se non si cambiano si continuerà a vincere e chissà che un giorno non si rivelino una piacevole realtà esule da qualsiasi ridicolo gioco di parole.
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La recensione 100 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-09-24 00:00:00
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