La maturità c'è, ma manca la personalità
Un mondo in otto canzoni. Paolo Albano si racconta nel suo primo album “Le ultime perle di pudore” e lo fa senza mezzi termini, mettendo a nudo la propria mente e lasciando i pensieri liberi di fluire pungenti nell’aria. Insofferenza e un sottile velo di pessimismo critico avvolgono l’intero lavoro, che ha però il pregio di esorcizzare se stesso attraverso una musica spensierata, dai contorni surreali. Il lavoro si apre con un preludio strumentale guidato dalle tastiere, che, attraverso una melodia fiabesca, ci introducono nella favola che stiamo per ascoltare. E in effetti, già dalle prime note della seconda traccia, "Effetto banale", ci si sente come risucchiati nel mondo personale del cantautore, che si muove agile tra melodie ipnotiche e testi sempre ispirati alla realtà quotidiana.
Andando avanti con i brani, si cade preda di una certa noia, dettata dal riproporsi ossessivo degli stessi ingredienti, che si susseguono senza troppo ingegno e fantasia (dovete scusarmi, ma sono da sempre un convinto fan del “poco ma buono”…). Tracciando dunque una panoramica completa del disco, “Le ultime perle di pudore” sembra essere un lavoro artisticamente maturo, ma mette in evidenza una personalità vocale ancora non troppo convincente.
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La recensione Le Ultime Perle di Pudore di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-13 00:00:00
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