Lantern hardcore emozionale sulla scia di La Quiete e Raein. Pioggia, Comete, lacrime ed abbracci dell'ultimo giorno. Ed intanto l'emo si fa largo...
E’ arrivato il giorno nel quale - sudati e senza voce sotto i palchi o affranti ed introversi cuffie alle orecchie - possiamo definitivamente ammettere che è in arrivo una terza ondata emocore. I presupposti ci sono tutti, tangibili in quella schiera di band come FBYC (ormai colonna portante), i mai troppo compianti Distanti, Gazebo Penguins e, a seguire, i vari Do Nascimiento, Shizune, L’Amo e Nient’Altro Che Macerie, giusto per citare qualche nome senza scomodare i seminali La Quiete e Raein o guardare troppo oltre all’estero.
L’hardcore emozionale si fa largo sempre più sulla piazza, l’attualità ricalca il passato nella vitalità delle chitarre, nel cantato pregno di sentimento e nelle liriche, personali e condivisibili, tra abbandono, malinconia e speranza. Ed infatti, a discapito della connotazione geografica, l’emo è un genere che appartiene a chiunque riesca a farsi carico del proprio bagaglio emozionale ed esternarlo in musica.
Lo sanno bene i neonati Lantern, quintetto riminese all’esordio con l’Ep "Noicomete", gioco di parole suggestivo nonché di facile approccio nel conformarsi ad una tradizione dura a morire e oggi più vivida e grondante passione che mai. Testi struggenti ed introspettivi, fatti di contrasti - lacrime e pioggia, stelle e distanze, abbracci ed assenze - esternati con strazio e ferocia, si fanno largo tra melodia ed urgenza hardcore, controcanti, sovrapposizioni vocali ("Nuovi Edifici Che Crollano"), intermezzi d’ampio respiro atmosferico ("Codeina") e parentesi da mano sul petto ed anima in panne ("…Incontrano Mosè"). Centrifughe chitarristiche ("Montagna Nera"), trame melodiche fatte d’arpeggi e poi dissonanze ("Comete") vengono sorrette da un drumming nervoso e dinamico, donando equilibrio ed immediatezza all’opera. I paralleli stilistici si esauriscono, in breve, volgendo lo sguardo ai maestri del filone (La Quiete, Raein docet) ma c'è un di più: carattere e intraprendenza.
E’ dunque il dolore e la solitudine della fine (che non è mai la fine), il coraggio di non nascondere il marasma emotivo che si agita al nostro interno, ecc ecc. I Lantern non fanno eccezione né portano alcuna innovazione ma arrivano puntuali e genuini ad una rassegna d’empatica tristezza che, e lo dicevo già all'inizio, sta trovando una sua nuova stagione. Esteti dell’emotional mettete da parte lacrime e preparatevi. Da qui in avanti solo parole gridate.
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La recensione Noicomete di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-06 00:00:00
COMMENTI (2)
Fighi i Lantern!!
Capolavoro, niente altro da dire :)