Vibras.t.1999 - Rock

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Non so nulla, leggo solo VIBRA sulla facciata superiore del cd-r che inserisco nel mio lettore, giro la custodia, e scopro che sto ascoltando "Madre", che parte con un bell'arpeggio, cui si aggiungono in seguito sezione ritmica e pianoforte; in tutto 7 canzoni, all'apparenza (P.S.: l'apparenza, si sa, inganna…) ben registrate, con la voce un po' bassina: temo sia impressione dettata dalla mia otite, ma alzo e confermo: voce bassa e… bella, evocativa, alla Francesco Renga/Cesare Basile, ma innegabilmente personale. "Foglio bianco", e i ragazzi mi sorprendono con una batteria non acustica, o forse volutamente "plastificata", con il brano che decolla, e si assesta sui graditissimi binari di un rock abbastanza classico, in italiano, che non dimentica la melodia: mi fermo, e mi riprometto di tornar su queste righe fra 4/5 ascolti, ma rimane fuori discussione che, d'acchito, i VIBRA impressionano positivamente. E' un bene o un male? Arrivederci.

Rieccomi e, anzitutto, confesso: confesso d'aver mentalmente confuso Vibra con Libra, scambiando i primi con l'ensemble appartenente alla scuderia ARTES di sua Eminenza Sparano (leggasi: "garanzia di qualità"), mentre in realtà mi trovo ad ascoltare un gruppo vicentino di recentissima formazione, un cd-r spartano, niente rassegne, né fogli accompagnatori, solo la musica, a parlare.

Sento "Allarme rosso", e vorrei essere un fottuto produttore/mixerista capace di districarmi in uno studio di registrazione, per alzare l'overdrive della chitarra e togliere tutto quel riverbero alla voce, portando il cantato dalla lontana hall in cui si trova alla stanza in cui si trova l'ascoltatore… questo è solo un esempio, ed anche per gli altri brani, le critiche (!?) che mi sento di muovere riguardano solo il missaggio e la focalizzazione di alcuni suoni, il che vuol dire che le canzoni CI SONO, e le ho ascoltate incredibilmente volentieri, nonostante la notevole mole di new entries di quotatissimi artisti major nella mia CDteca: la cosa parla da sé.

Ammetto di non aver approfondito il versante liriche (non del tutto comprensibili), ciò a parte, si tratta solo di decidere meglio che direzione far prendere alle composizioni, ma mi auguro persevereranno nel porre l'accento su di una voce dotata ed ottimi spunti melodici, affondando però al contempo il piede sui pedali (e non è solo una metafora) del noise o, comunque, di un rock anche ruvido, come sintetizza benissimo il ritornello della Zeppeliniana "Senza parole", a parere di chi scrive la punta di diamante del lotto.

Roba che se ai ragazzi si dà, chessò, niente di galattico, solo un 16 piste e un fonico con le palle, questi ti sfornano un mini-cd e ci ritroviamo a sorriderci compiaciuti, ché noi di Rockit li conosciamo da un pezzo, i Vibra.

Coraggio, dunque, giù coi concerti, via coi soliti concorsi, e rendeteci partecipi di eventuali futuri sviluppi, perché quello che ci è pervenuto è veramente un ottimo inizio e il buongiorno, si sa, si vede dal mattino.

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La recensione s.t. di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-01-05 00:00:00

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