Un paio d'anni fa, i Rummer and Grapes pubblicarono un album intitolato "Every Damned Friday", riuscendo a condensare in una decina di brani tutte le loro influenze e dimostrando le loro capacità compositive. Un po' di Strokes, un po' Interpol, fino addirittura ad una cover di Cat Stevens (peraltro ben eseguita nonostante la somma responsabilità di riproporre un capolavoro come “Wild world”). Un album che, seppur non sopra la media, riusciva a tratti a catturare l'attenzione, a non scivolare via in maniera anonima. Putroppo non sono invecchiati bene.
Ora ci sono tre brani che sfuggono senza lasciar traccia. Qualche motivetto orecchiabile, una mezza buona idea nella title track con le voci campionate in sovrapposizione e nulla più. Già "January 12th", con il giro d'accordi della strofa che ricorda paurosamente la già citata "Wild World", non dice niente di nuovo, appiattendosi e portando quasi automaticamente allo skip. Il terzo ed ultimo brano, "Between dark and light", a parte per la buona capacità vocale di Simona Cioccoloni, resta in tema con il resto del lavoro, senza la minima apertura e destinato a rimanere nell'anonimato più totale.
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