Tra i gruppi più longevi della scena mod nostrana, tornano con un buon disco, composito e non strettamente revival
Da oltre quindici anni sulle scene, i Made sono tra i più gruppi più longevi (dopo, ovviamente, la corazzata Statuto) della scena mod nostrana, che bazzicano sin dalla loro prima apparizione al Mod Rally del 1997. Questo nuovo disco conferma l’amore che la formazione spezzina da diversi anni manifesta per le sonorità chitarristiche degli anni Sessanta e per la produzione solista di Paul Weller, ma apre anche a suggestioni neopsichedeliche (“She’s gone”) e costelliane (“Amazing”). Un sound abbastanza composito - per quanto compatto al suo interno - e non strettamente mod revival, anche se ogni tanto affiorano rimandi a band della seconda linea del movimento, anche americane: “To be” e “Norwegian Blue” ad esempio ricordano i (purtroppo) dimenticati Manual Scan.
Ben impostato anche se forse un po’ monolitico l’interplay delle chitarre, la cui accordatura però appare tutt’altro che impeccabile in più di un brano: un vero peccato, anche se parzialmente giustificato dall’utilizzo di strumentazione d’annata, non sempre facile da intonare alla perfezione. Mentre dal punto di vista ritmico non ci sono grosse sorprese, la performance vocale del cantante Diego e la vitalità melodica di brani come “SF” e “Necessary disguise” invogliano sicuramente al riascolto.
E se i problemi di tuning di cui sopra fanno sì che questo non si possa classificare come il miglior disco dei Made, non devono però distrarre dall’ottimo livello compositivo espresso in questi dieci pezzi. “Is it different?” rimane dunque una buona occasione per avvicinarsi a una band valida e a torto un po’ misconosciuta al di fuori del suo ambiente.
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La recensione Is it different ? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-09-06 00:00:00
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