Il nuovo capitolo del percorso artistico del producer milanese non lascia dubbi sulla sua statura produttiva
C'è sempre un po' di tensione quando ci si prepara ad ascoltare la nuova mossa di un artista particolarmente stimato. La paura di essere delusi infatti è sempre lì dietro l'angolo, ma la necessità di svoltare impone sangue freddo. E nel caso di Aquadrop, si può tirare un sospiro di sollievo. Anzi, man mano che l'ascolto procede, il sospiro di sollievo si trasforma ben presto in sorriso di compiacimento, quindi di soddisfazione. Perché Aquadrop, producer milanese di cui vi avevamo parlato (bene) sempre su queste virtuali pagine, con questo nuovo Ep ha rilanciato la posta in gioco verso il livello successivo. La matrice compositiva è quella già nota dalle precedenti uscite del Nostro: compressione di diverse prospettive sul mondo dell'elettronica passata e presente nell'ambito di pochi, salienti minuti. Ma è la scelta dei suoni (quel "synthesized" nel titolo che starà pure lì per qualcosa) a imprimere un colore diverso all'insieme, pur rimanendo chiaro l'originario imprinting post-dubstep, o future bass, o quello che voi preferite.
Quindi: si parte con una breve intro dal sapore ambient (i sempre cari Orb) che serve a delineare quei paesaggi dal futuro che sono l'altra parte del titolo dell'Ep; ci si ritrova a ciondolare la testa in "Eagle Nebula", sinuosa danza intorno ad un tracciato hip hop con breve citazione dell'Hoover sound che già aveva fatto capolino in "Evolution" ("Soul Ep"); ci si fa ingannare dalla cullante vena lounge di "Mare Tranquillitatis" prima che essa pompi stab trance e veloci ritmiche breakbeat; si torna a ciondolare la testa con la neptunes-iana "Back and Forth" dove praticamente succede di tutto: suoni della giungla, rap sporcato di glitch, graffianti synth ancora dal sapore rave e psichedelici pad. Si chiude infine con l'energetico frullato sonoro di "See Ya", dove si comprimono ritmiche kuduro, suoni 8bit, voci femminili in pitch e sample di toaster come nella migliore tradizione happy hardcore degli inizi.
Con tutto quello che succede in queste cinque tracce altri personaggi, di poco spirito e scarsi mezzi, ci avrebbero fatto un album intero. Siano pertanto benedetti quelli che, come Aquadrop, sanno offrire nell'intasato panorama musicale di oggi una necessaria e personale via di fuga.
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La recensione Synthesized Landscapes from Future di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-08-13 00:00:00
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