Sei tracce che partono tutte da una chitarra acustica e una voce amichevole, per poi ampliarsi grazie all’episodico e ben dosato supporto tra di piano, armonica, fisarmonica, archi. Tematiche strettamente personali e quotidiane, affrontate e cantate con un certo disincanto. Niente di clamoroso e trascendentale sia ben chiaro, ma quel non prendersi troppo sul serio ti suona spontaneo, sei quasi più clemente sul giudizio complessivo. Che non è "sufficiente", ma nemmeno "inclassificabile", per dirla con i voti di scuola. Potrebbe ripartire da qui, conservare il suo lato naif e lavorare, molto, su tutto il resto.
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