Numero6
Dio C'è 2012 - Cantautoriale, Rock, Pop

Dio C'è

I Numero6 si avvicinano ai quaranta e mollano tutti i freni, realizzando il loro disco più accessibile e cantabile.

«Quarant'anni sono l'età più giusta per divertirsi
Perché a venti gli ormoni tempestano senza pietà
Mentre a trenta stai ancora a far piani per il successo
Ho buttato quegli anni e quei piani nel fondo del cesso»


Lo canta Federico Fiumani in "Cara Elisabetta". E io di Fiumani mi fido. Sempre. E anche i Numero6 sembrano essere d'accordo, visto che "Dio c'è" è la risposta in formato disco a quanto cantato da Fiumani.

Da sempre affascinati dal pop più pop, i genovesi si avvicinano ai quarant'anni e mollano tutti i freni, realizzando il loro disco più accessibile e cantabile. Tredici canzoni che un ufficio stampa non esiterebbe a definire catchy, piene di ganci e di ritornelli facili. Se il precedente "I love you fortissimo" viveva di continui saliscendi nelle musiche e nel cantato, "Dio c'è" arriva dritto, anche di più.
Per capirci, ascoltate "Persone che potresti conoscere", pezzone che non lascia indietro nessuno e coinvolge già in prima battuta. I brani viaggiano senza sbandate, mentre rimane peculiare lo stile di scrittura di Michele Bitossi, sempre più orientato sul racconto di vere e proprie storie ("Storia precaria", per dirne una).

La voglia di mollare ogni forma di autocontrollo e di andare avanti in libertà si sente anche nei testi. Che sia il "lasciali agli hipster gli inni isterici e le falsità / i ragazzacci adesso arrivano in città" ("Domatore di coglioni") o il "ci pensiamo noi che siam capaci" ("Un mare"), emerge spesso una voglia di dimostrare di essere in grado di camminare in autonomia, senza più bisogno di consigli e di aiuti esterni. In totale libertà. Fino ad arrivare alla mezza cialtronata di chiudere il testo della title track elencando semplicemente gli accordi. Potrebbe essere una spacconata o qualcosa fuori posto. Invece no, tutto torna. A suo modo, uno stato di grazia.

A livello di riferimenti, non si può fare a meno di citare gli 883, che emergono soprattutto in brani come "Domatore di coglioni" e nel singolo "Fa ridere". Completano il quadro un duetto con un altro tizio in stato di grazia (Colapesce, in "Un mare") e la semplicità commovente di "Sessantasei". Poi non tutto è perfetto, come la voce femminile che compare qua e là e che risulta quasi sempre di troppo, ma sono dettagli, che non vanno certo a rovinare l'insieme.

"Dio c'è" conferma infatti per l'ennesima volta il ruolo da protagonisti che i Numero6 dovrebbero avere nel panorama pop italiano e Michele Bitossi in quello degli autori. Ho usato il condizionale, perché questo status, purtroppo, non è stato loro riconosciuto. E allora si torna alla citazione di Fiumani, con qualche certezza in più. Che i Numero6 hanno fatto quello che volevano. E che con questo disco faranno divertire. Perché si sono divertiti loro per primi. E parecchio, anche.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.