Un esordio interessante ma troppo confusionario.
Impossibile parlare della musica dei Rev Rev Rev, quartetto modenese al primo EP, senza citare i My Bloody Valentine, dai quali gli autori di "Hypnagogic vision" traggono la maggiore ispirazione sonora.
Un muro di chitarre totalmente impastate di fuzz, reverse reverb e di tutti gli altri effetti necessari per raggiungere il classico suono shoegaze, in questo caso abusati ai limiti dell'ascoltabilità, voci e batterie anch'esse effettuate, fino a risultare indigeste anche ad un ascoltatore avvezzo a questo genere. A volte la ricerca sonora, non supportata da un'adeguata strumentazione e da una registrazione adatta, risulta purtroppo un'arma che si ritorce contro i musicisti. E' un vero peccato perché alcuni pezzi sono a fuoco e godibili, come nel caso di "Breaking the waves" sostenuta da un ritmo veloce, che fa venire in mente i primi Vaselines, "Silent siren", sonica e a tratti psichedelica, oppure "Red in blue", che suona lontanamente come una demo di Lee Ranaldo dei Sonic Youth.
C'è da lavorare ragazzi, più sul sound che sulla composizione, in modo che le canzoni ne traggano beneficio. Un esordio interessante, ma troppo confusionario. Attendiamo la seconda prova, registrata meglio.
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La recensione Hypnagogic visions di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-27 00:00:00
COMMENTI (2)
C'è scritto chi l'ha scritta, io. Ad un anno di distanza, il mio giudizio rimane invariato, canzoni scritte bene e registrate male, il sound appare sgonfio. Si ha ben chiaro il significato della parola lo-fi perchè la si frequenta da tempo, essendo vicini ai 40. Ampio margine di crescita.
my dog ma chi l'ha scritta sta stronzata di recensione? totalmente in disaccordo, che c'è da crescere ok quello per tutti ma per il resto no...
per essere un album d'esordio è fatto bene! e poi il bello è proprio il mixaggio reverse reverberi cosi si fa! a volte non si ha ben chiaro il significato della parola lo-fi sottogeneri radicati nelle sonorità di questo tipo.