Sulle tracce di Neon, Krisma e N.I.N. un album di gelido cantautorato elettronico per raccontare apocalitticamente l’alienazione dell’uomo moderno.
All’originaria ”connessione tra individuo e società”, quella da cui si genera il primordiale impulso elettro-filosofico che attiva gli spasmi sonori di “Visione Cosmetica”, si contrappone la speculare connessione tra uomo e macchina, unico vero baricentro tematico del debutto di Davide Vettori: l’alienazione, l’omologazione, l’implosione esistenziale e l’autoemarginazione dell’uomo (iper)moderno vengono via via sviscerati dal musicista trevigiano attraverso una semi-apocalittica analisi della realtà, elettronicamente dissezionata come sopra un gelido letto d’obitorio.
Le 13 tracce di “Visione Cosmetica” cavalcano le traiettorie discontinue di un immaginario elettrocardiogramma cosmico, dove i picchi più alti sono punteggiati da danzerecce convulsioni soft-industrial, mentre le depressioni da narcolettiche pulsazioni elettrodark. Niente di pioneristico alla fine dei conti, né per la forma né per la sostanza: sono infatti le consuete reprimende contro il furore lobotomizzante della TV, dei centri commerciali e del web, o contro il fascino ingannevole del mondo virtuale, a tracciare il percorso cantautoriale del disco, mentre è agli insegnamenti di Neon, Krisma e Nine Inch Nails che il Vettori attinge per la nervatura musicale.
Brani come “Progresso e Memoria”, “Tutti uguali”, “Il tempo di cambiare” e “La distrazione” (quest’ultima impreziosita dalla presenza scenica di Ilenia Volpe e Nicola Manzan), pur riproducendo al meglio il DNA delle succitate (ex)avanguardie elettroniche, rischiano purtroppo, col senno di poi, di suonare come nulla più che stilose rivisitazioni.
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La recensione Visione Cosmetica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-16 00:00:00
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