Mezzora di musica elettrorock e suoni sospesi, sinceramente non ne sentivamo il bisogno.
Poco più di mezzora che, brevi momenti a parte, non riesce a catturare l'attenzione di chi ascolta. Nonostante la bella copertina, “Il cielo è crollato” del veronese Alessandro Longo è un disco che scivola via senza colpo ferire.
C'è una vaga sensazione di monotonia, tra elettrorock, EBM, e synth morbidi. Prendete “Sfuggente preda”: una voce atona, ai limiti dell'inespressivo, che si adagia su un beat malinconico, senza mai insinuarsi a fondo nelle sue pieghe, restando scollata da tutto il resto. Non basta a un vocoder robotico in “Temevo la morte” a restituire l'effetto novità, idem per l'assolo di synth che galleggia isolato in mezzo a distorsioni varie ("Epimityon"). Per trovare la prima vera idea interessante bisogna arrivare a "Così Bella”, quarto brano: finalmente, voce e musica non sembrano più appartenere a due dischi diversi, ma a conti fatti resta l'unico episodio convincente.
Manca una regia, qualcuno che dia una forma più precisa e ci accompagni meglio nell'immaginario labirintico di questo artista.
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La recensione Il cielo è crollato di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-13 00:00:00
COMMENTI (1)
Non sono d'accordo, tenendo conto che è un album del 2003 credo ci siano molti spunti interessanti, comunque i gusti son gusti.