Miro Sassolini ha dedicato gran parte della sua vita alle arti, e nella musica in particolare è ricordato per essere stato voce dei Diaframma all'epoca di "Siberia". Qui lo vediamo ritornare al canto per un progetto sviluppato in collaborazione con la poetessa Monica Matticoli, una dozzina di tracce di elettronica che ripercorrono momenti e pensieri di un uomo alle prese con la sua dualità.
Beat quieti, passaggi di tastiere e piano diafani, il tappeto sonoro intessuto da Federico Bologna, già Armoteque, pone ben chiaro il suo marchio di fabbrica sull'opera ed accompagna efficacemente il canto a tratti declamato di Miro, avvicinando ancora di più certi momenti a Battiato.
Il disco scorre facile, durata consona ed atmosfere lente. Purtroppo i pezzi che si fanno notare non sono tantissimi ("Petite mort") ed in generale il materiale rimane piuttosto anonimo, con il ricercato scarso amalgama tra le sue componenti forse più ostacolo che pregio nella fruizione. Un peccato non aver trovato la scintilla.
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