Un buon album, ma dove sono i produttori artistici quando servirebbero?
Terzo album per Tommaso Tam, che abbandona il folle e genialoide frullato che caratterizzava le sue composizioni precedenti in favore di un ritorno a una più classica forma canzone. L’eclettismo rimane sempre una cifra distintiva di Tam, data la varietà di influenze presenti in “Meccanismo base”: “TomTam in the Sun” inizia come un pezzo melodico e nel ritornello diventa parente dei Beatles acidi di “I Want You”.
Tommaso canta influenzatissimo dallo stile di Alberto Radius, specie nei falsetti (“Scacco matto” inizia con le parole “Cara Giovanna” citando una hit della Formula 3, ma Tam mi assicura che è un caso), su dodici brani in cui ci sentono Battisti, influenze ora funky, ora lounge (“Luna di miele”), perfino un po’ del Neffa soul, tracce del Renato Zero fine anni 70, che recupera la tradizione romanesca (la strofa di “Piccolo criceto”), o dell’Enzo Jannacci in coppia con Dario Fo (“Un discreto chitarrista”).
Album multiforme, dai testi a tratti surreali, ma capaci di affrontare argomenti seri (“Lo zoo”), che non annoia mai ma a cui manca la zampata vincente. Per quello ci vorrebbe un produttore artistico, che mettesse un po’ d’ordine nel materiale di Tam. Ma i produttori artistici, si sa, si sono estinti.
---
La recensione Meccanismo Base di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-20 00:00:00
COMMENTI