Difficile aver voglia di ascoltare l'album, dopo un singolo così povero di idee nemmeno tanto chiare.
Consiglio per i musicisti: non scrivete nelle vostre bio a quali gruppi/artisti è vicino il sound del vostro album. Altrimenti l'ascoltatore si fa delle aspettative più o meno precise, e se poi queste vengono disattese, è più facile che rimanga deluso che piacevolmente stupito. E il recensore? Non ne parliamo proprio.
Il recensore potrebbe diventare il classico bastardo, se si pone all'ascolto tutto contento perché ha letto “influenze sonore che avvicinano a gruppi come Low, Blur, Dente e Verdena” e quindi si aspetta di sentire una roba che unisce la classe, la britannicità, la poesia e lo scazzo dei nomi succitati, e poi invece si ritrova i Litfiba che vogliono fare i Subsonica.
Proprio così: una base elettrorock – piuttosto misera – e un'interpretazione a base di vocalizzi alla Samuel non tanto in forma e maledettismo da Piero Pelù riciclato, con un testo che vorrebbe essere poetico e un po' criptico, ma che è solo – o almeno lo sembra – senza senso. A questo punto nell'animo del recensore si danno battaglia l'irritato sconcerto e la curiosità di sentire resto dell'album, per capire che fine hanno fatto i Low, i Blur e gli altri.
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La recensione L'Incrocio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-17 00:00:00
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