Post Scriptums/t2002 - Crossover

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Nati come cover band di gruppi crossover, i Post Scriptum decidono finalmente di non perdere più tempo e mettere il loro potenziale artistico al servizio di composizioni proprie.

Otto brani che suonano come un ibrido tra ritmiche hip-hop, linee di basso immerse nel funk, riff di matrice hard-rock, suggestioni swing e voce ripresa esattamente da Mike Patton (a volte la somiglianza è imbarazzante).

Non sarebbe troppo difficile riproporre le parole appena scritte in una recensione degli Incubus... ed è infatti la band californiana capitanata da Brandon Boyd il migliore riferimento da accostare alla musica dei quattro ragazzi romani.

Bisogna riconoscere che, piuttosto che uniformarsi allo sciame di cloni nu metal, i Post Scriptum tornano indietro fino alle origini del crossover, quello che vedeva Faith No More e Red Hot Chili Peppers arrabattarsi come gruppi appena usciti dall'indipendenza.

Nei brani di questa formazione non c'e' forse nulla che non sia gia stato fatto dalle band menzionate, ma è inevitabile riconoscer loro la capacità di esseri onesti e sinceri in ogni nota, con una certa ironia di fondo che evita di renderli stucchevoli anche quando le influenze si fanno pesanti.

Un lavoro eclettico che sa come essere sbarazzino senza perdere di intensità, saltellando con grande scioltezza tra funky, soul, swing, rock e power pop, cesellando brani assai articolati ma dall'alto potenziale melodico, con alcuni ritornelli in italiano che rischiano di appiccicarsi pericolosamente al cervello.

Forse l'originalità sta da un'altra parte, ma è certo che i Post Scriptum sono oggi una delle poche band crossover che mi sentirei senza indugio di consigliare ad un produttore in cerca di qualcosa di simile...

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-07-30 00:00:00

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